La tecnologia ha i suoi pro e contro. E’ stata una vera e propria rivoluzione in diversi campi, nella vita quotidiana e nel lavoro. Le nuove tecnologie ci permettono di essere iperconnessi col mondo esterno, in costante comunicazione con gli altri e più efficienti al lavoro. Ma quanto ci hanno veramente aiutato in tutto ciò?
Abbiamo già parlato precedentemente del tecnostress, una malattia professionale riconosciuta, causata dall’uso smodato di diversi apparecchi elettronici contemporaneamente. In questo articolo parleremo di un fenomeno diffusissimo, che probabilmente rispecchierà molti: il phubbing.
Termine coniato circa due anni fa in Australia, unisce i termini phone (telefono) e snubbing (snobbare). Infatti, il phubbing è l’atteggiamento di trascurare o ignorare qualcuno durante una qualsiasi situazione sociale, prestando attenzione al cellulare. Quante volte vi è capitato di essere in compagnia e, nel momento in cui la conversazione perde un po’ d’intensità, il vostro interlocutore afferra lo smartphone piazzandolo davanti al viso? Quante volte lo avete fatto anche voi?
E’ quasi assurdo pensare che ciò che ci permette di avvicinarci a chi è lontano, ci allontani da chi è vicino. Secondo un recente studio pubblicato su Computer in Human Behavior, firmato dai ricercatori Meredith David e James Roberts, il 46,3% degli intervistati è stato vittima del phubbing, ovvero ignorato da tali atteggiamenti; il 36% ha affermato di aver provato tristezza per non aver ricevuto attenzioni dal proprio partner a causa dello smartphone. Infine il 22,6% ha riconosciuto che il phubbing ha creato problemi nella relazione.
Tutti probabilmente siamo portatori sani di phubbing. Ciò che spesso viene sottovalutato è che tale dipendenza ha effetti collaterali, come:
- Disturbi alla vista;
- Tendinite;
- Mal di testa, collo e schiena.
Oltre ai problemi fisici, seguono quelli psicologici e sociali. Prestare più attenzione al proprio smartphone, che ai propri cari, può generare gravi scontri e incomprensioni, nonché è sintomo di maleducazione. Non solo: ogni anno si registrano sempre più incidenti stradali e investimenti a causa della distrazione provocata dalle nuove tecnologie.
Da qui si è acceso un forte dibattito tra i difensori delle nuove tecnologie (i quali sostengono che il phubbing è semplicemente un effetto collaterale) e i denigratori (molto più critici, i quali credono che soprattutto le vite dei giovani sono condizionate da questa ossessione).
La soluzione? Impegnarsi nel cambiare le proprie priorità. Prestare più attenzione agli altri e ai rapporti e concentrarsi sulla propria salute sono elementi fondamentali, da non dimenticare mai.